Maestri a confronto PIETRA BARRASSO E JEANCHARLES SPINA

Galleria d'arte contemporanea"Bonbonnière"di Giulietta Calzini

Corso Inglesi, 3 – Sanremo – (fianco Casinò) – tel.0184.573069 – cell.331.5643707 

Sanremo - Galleria La Bombonierre

PIETRA BARRASSO E JEANCHARLES SPINA sono nell’arte contemporanea un binomio d’eccellenza

Inaugurano la stagione estiva delle mostre in galleria d’arte BONBONNIERE SANREMO dal 2 giugno e in permanenza le loro opere saranno esposte in collettiva con autori affermati.

PIETRA BARRASSO pittrice accademica allieva di ANTONIO CORPORA ha al suo attivo innumerevoli mostre il Italia ed estero, e considerata da molti critici: VITTORIO SGARBI STEFANO ZECCHI ecc… per definizione la pittrice della luce, una luce dipinta da ciò che la emoziona e avverte il suo stato d’animo,uno spiccato cromatismo, forte, come tutte le tonalità del giallo, materia ed energia sono l’emblema di una personalità poliedrica, il magma elaborato con smalto e oro arri chisce l’espressione talvolta mistica di soggetti senza forma, creando visioni sceniche irreali e informali.

Le sue opere pertanto entrano a far parte di collezioni private e nel patrimonio artistico della camera dei deputati, di ambasciate, regioni, provincie, e di numerosi comuni italiani.

Si può quindi posizionare L’ARTE  pittorica di PIETRA  BARRASSO in un movimento nuovo e d avanguardia cioe: IPERMATERICO-CONCETTUALE.

JEANCHARLES SPINA di NIZZA

CAPO SCUOLA dell’arte contemporanea, Maestro del colore e dell’espressione sensoriale, comunica attraverso i suoi dipinti le emozioni trascendentali  del suo post- cubismo figurativo che traspare attraverso lo studio di ricerca concettuale.

Personaggio di spicco, artista di rilievo spazia con la fantasia e la  libera interpretazione  tutte le mezze verità.

Successi costellatI di ammirazione valorizzano le  opere del pittore JEANCHARLES SPINA

Considerato il MAESTRO dei MAESTRI COSMOPOLITI.

TESTO di  Giulietta Calzini.

Sanremo    Sanremo

Galleria d’arte contemporanea “Bonbonniere”
di Giulietta Calzini
Corso degli Inglesi, 3
18038 Sanremo IM Tel. 0184 573  069
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Cittadinanza Onoraria all’Arma dei Carabinieri – Abazia del Goleto

Cittadinanza Onoraria all’Arma dei Carabinieri – Abazia del Goleto
 1980-2020 Sant'Angelo dei Lombardi Rinascita

1980-2020 Sant’Angelo dei Lombardi – Rinascita.

Nel suggestivo contesto dell’Abbazia del Goleto, il Comune di Sant’Angelo dei Lombardi (AV) ha conferito  la Cittadinanza Onoraria all’Arma dei Carabinieri “insostituibile presidio a tutela della collettività, sempre più punto di riferimento per il territorio”.

La cerimonia (già prevista in occasione del 40° anniversario del terremoto ma rimandata a causa dell’evoluzione della situazione sanitaria legata al COVID-19) si è svolta stamattina nella splendida e suggestiva cornice dell’Abbazia del Goleto, nel rispetto delle restrizioni determinate dalla pandemia.

Oltre al Sindaco di Sant’Angelo dei Lombardi, Dott. Marco Marandino e a rappresentanti dell’Amministrazione Comunale e dell’Arma dei Carabinieri, alla cerimonia hanno presenziato il Prefetto della Provincia di Avellino, Dottoressa Paola Spena, il Vice Direttore Vicario dell’Agenzia Informazioni e Sicurezza Esterna, Generale di Corpo d’Armata dei Carabinieri Angelo Agovino (che nell’immediatezza del sisma del 1980 assunse il comando della Compagnia Carabinieri di Avellino), il Comandante della Legione Carabinieri Campania, Generale di Divisione Maurizio Stefanizzi, in rappresentanza del Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, Generale di Corpo d’Armata Teo Luzi, l’Arcivescovo di Sant’Angelo dei Lombardi-Conza-Nusco-Bisaccia, sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Pasquale Cascio, e altre Autorità civili, politiche, militari e religiose.

Con le musiche magistralmente interpretate della Fanfara del 10° Reggimento Carabinieri “Campania”, a scaldare il cuore di tutti i presenti sono stati i valori racchiusi nella “granata sormontata dalla fiamma” che, da sempre simbolo di tutti gli appartenenti all’Arma dei Carabinieri, richiama i concetti di lealtà, fedeltà e onore. Un servizio, quello svolto giorno dopo giorno dall’Arma, che più e più volte nel corso del tempo ha fatto rima con sacrificio, come quello fornito dall’Istituzione alle popolazioni colpite dal terremoto del 1980.

In quel tragico evento, tra le 2.914 vittime ci furono anche 7 militari dell’Arma, tra cui il Comandante della Compagnia di Sant’Angelo dei Lombardi, Capitano Antonio Pecora e il Comandante della Stazione di Montoro, Maresciallo Maggiore Antonio Russo. Nonostante decine di Caserme fossero rimaste distrutte o danneggiate dal sisma, nonostante 29 familiari di Carabinieri fossero stati travolti e uccisi dalle abitazioni crollate, l’Arma era presente. I Carabinieri non ebbero il tempo di piangere i loro congiunti morti: sopraffatti dal dolore, guidati dai richiami dei sopravvissuti, scavavano anche a mani nude per soccorrere i loro concittadini.

Una cerimonia densa di emozione, con interventi ufficiali di Autorità e toccanti testimonianze dei sopravvissuti, che nel sisma persero i loro cari, come il Maresciallo Maggiore dei Carabinieri in congedo Antonio Angelo Rainone, all’epoca del terremoto Comandante della Squadra di Polizia Giudiziaria di Sant’Angelo dei Lombardi, che perse la moglie Giuseppa e i figli, Elisabetta, di 11 anni e Giorgio, di 8 anni, e il Maresciallo Maggiore dei Carabinieri in congedo Ciro De Falco, all’epoca del terremoto comandante della Stazione di Morra de Sanctis, che perse la figlia Adelaide di 14 anni.

L’attestato è stato consegnato dal primo cittadino al Comandante della Legione Carabinieri Campania, Generale di Divisione Maurizio Stefanizzi.

La pittrice di fama internazionale Pietra Barrasso fa dono all’Arma dei Carabinieri, rappresentata dal Generale di Divisione Stefanizzi, di una sua opera pittorica originale intitolata 1980-2020 Sant’Angelo dei Lombardi – Rinascita.

L’opera, di pregio, verrà acquisita al patrimonio del Fondo Assistenza e Premi dell’Arma dei Carabinieri e verrà custodita gelosamente presso la caserma sede della Compagnia Carabinieri di Sant’Angelo dei Lombardi, interamente ricostruita dopo il sisma del 1980.

A concludere la cerimonia, un piccolo fuori-programma: il Generale Stefanizzi ha invitato sul palco i bambini dell’Istituto Comprensivo “Criscuoli” di Sant’Angelo dei Lombardi che, accompagnati dalla Fanfara dei Carabinieri, hanno intonato l’Inno Nazionale tra gli applausi commossi di tutti i presenti.

1980 2020 SantAngeo dei Lombardi Rinascita la consegna dell'opera

Giulia Sillato – Recensione critica

Giulia Sillato

Fondazione Giulia Sillato

Giulia Sillato

 

Quando vidi le opere di Pietra Barrasso per la prima volta, intuii, senza averne prove scientifiche, che dietro quella certosina e meticolosa piegatura delle malte, mescolate insieme con il colore, vi si celasse non solo una mano svelta e sicura, ma anche una visione artistica completa, un’idea dell’arte che, evidentemente, aveva avuto modo in passato di esercitarsi e infine esprimersi mettendo a frutto antiche conoscenze e abilità.

Avevo la sensazione che quei virgulti continui di colore radiante e plurispatolato, chiamati “raggi di luce”, fossero come l’espressione ultima di un percorso che aveva radici profonde e che era andato sublimandosi progressivamente nella pura concettualità della luce.

Ne ho avuto conferma solo recentemente, quando l’artista ha sottoposto alla mia attenzione, sollecitandone un  giudizio, un olio su tela  eseguito  nei  primi anni  Duemila: una spendida Madonna in trono con angeli degna dei migliori pittori del primo Quattrocento ….. genere di pittura dal quale ella sarebbe trapassata, con il tempo, a un approccio pittorico informale.

Sotto questo informale, pertanto, che si presenta tuttavia con un formalismo plastico-pittorico eccezionale, si sottende una preparazione accademica di primo piano, quella che odora di gessi, carboncini e calchi di statue, quella che educa gli allievi alla storia delle arti visive, quella che lascia passare solo chi ha superato la disciplina dell’apprendimento.

Il passo compiuto da Picasso quando, da primo e celebrato allievo dell’Accademia di Belle Arti di Barcellona, si trasformò, nel giro di un decennio, in un detonatore di corpi e volti umani nello spirito di quella spinta progressista anti-figurativa che Parigi, ai primi del Novecento, seppe imprimere gli artisti in essa convenuti, è lo stesso passo che, magari in un arco di tempo più breve, riescono a compiere gli artisti di oggi …

Non si fa altro che sospettare il dejà vu. Personalmente non credo che si possa parlare di processi già vissuti o di luoghi artistici già visti, perché tutta l’arte del Novecento è sostenuta da numerose quanto differenti genialità, ciascuna delle quali ha un suo autonomo senso per esistere anche in  rapporto a cicli storici che, come è noto, possono ripetersi senza danno per l’originalità delle proposte che vengono semplicemente rinnovate.

Quando un artista come Pietra Barrasso riesce a saper parlare il linguaggio di ieri (rispettando le icone classiche) e il linguaggio di oggi (saltando da una posizione classicistica a una visione nuova, rifondata esclusivamente sulla sola accentazione cromatica), non è un soggetto che insiste su un  percorso, di cui nessuno peraltro ha sinora decretato la fine, ma un polo creativo capace di solcare le onde del tempo.

Gli inquantificabili e imprevedibili processi di trasformazione dal modello accademico alla libera espressione non figurativa sono il tema centrale delle mie ricerche: sono giunta alla conclusione che questo processo non abbia un termine preciso e che possa andare avanti all’infinito, a meno di non porre fine all’esistenza della pittura …

Sull’artista romana posso con certezza asserire che i suoi quadri odierni sono l’esatto corrispettivo della pala d’altare da lei mostratami e queste ne sono le ragioni: la composizione delle varie superfici gioca su effetti radiali che, ottenuti da miscele cromo-materiche frantumate a textures, non ignorano le regole dell’antico comporre.

Sebbene non esista prospettiva in qualità di grafica riproduzione, si impone tuttavia un’idea tradizionale nel distribuire le parti: esse si muovono velocemente ora in senso orizzontale, ora in senso verticale, ora in sensodiagonale, riabilitando così, in qualche modo, la dinamica visiva della pittura futurista italiana.

Le scelte cromatiche rispondono costantemente a un ordine interiore che esige modulate gamme di blu, piuttosto che di rosso o di verde, e negli accorpamenti timbrici il pittore si ingegna a stabilire funzioni e ruoli precisi tra i colori complementari.

Lo spazio diventa quindi un illusione policroma … non è più una rappresentazione, è una proiezione mentale, esattamente come proiettivi sono gli spazi della nostra contemporaneità. 

Nell’arte d’altri tempi la logica dell’inganno visivo si nascondeva tra le pieghe dell’abilità nel riprodurre ciò che non c’era, ma la società moderna, che non ha bisogno di spazi riprodotti, poiché interagisce continuamente con i mezzi multimediali, ricerca altro tipo di inganni, quelli offerti dalla pittura che effonde ovunque colori e sensazioni, colori ed emozioni, colori e luci …(Giulia Sillato)

 

Giammarco Puntelli – CATTURARE LA LUCE

Giammarco Puntelli

Giammarco Puntelli

CATTURARE LA LUCE

Catturare quella luce che è anima del mondo e fonte della nostra energia è da sempre un tema privilegiato dell’arte moderna e contemporanea. 

Se l’arte ha la capacità di influenzare in nostri stati d’animo , questa ricerca è uno dei sentieri sui quali molti artisti hanno camminato e altri si preparano a farlo.

Le cascate e le contaminazioni di luce di Pietra Barrasso  meritano attenzione sia per originalità sia per esecuzione.

L’artista arriva al confronto con la luce, uno dei più complicati dell’arte di sempre , dopo una solida esperienza nella pittura, dopo aver affrontato sfide importanti, vincendole.

Vediamole brevemente prima di tornare all’attuale produzione artistica, soffermandoci su due temi risolti con grande abilità e nei quali si vedono i primi semi  delle atmosfere di luce di questo periodo.

In primis il paesaggio, altro approccio tradizionale che l’artista  affronta con il senso della luce nella pennellata e l’attenzione cromatica che ci fa vivere il senso del movimento sulla tela.

Il suo è un paesaggio che, da un approccio tradizionale, apre orizzonti originali a partire da quegli accostamenti di colori e dalla gestione della composizione degli  elementi nei quali  è facile prevedere il futuro verso il complicato  tema della luce nell’arte .

Altro momento della sua storia risolto con capacità è l’approdo al tradizionale  confronto con soggetti  religiosi.  La luminosità della figura che richiama la luce divina  propria delle immagini, presenta realtà di confine fra la dimensione fisica e celeste, vissuta attraverso la ricerca del colore.

Con uno studio coerente  e una sensibilità  personale, raccoglie i frutti di un’ottima semina  nei passati cicli e affronta il tema caro a Turner e Rothko.

E la luce implica il lavoro su due fronti, quello artistico per i colori, quello emozionale nel cambiamento che avviene  nell’osservatore  dopo la scoperta dell’opera d’arte.

L’artista si trova in una piena maturità e  con grande originalità trasporta sulla tela quelle colate di luce, quelle cascate luminose che sono  ponte fra la nostra spiritualità e l’ambiente  che ci circonda  che noi iniziamo a scoprire  davvero quando  lo facciamo interagire  con il “mondo parallelo” che è dentro ciascuno di noi.

Lo vediamo in ” Fascio di luce” e in “Stratificazioni di luce”  del 2011 e in “Rosso tramonto” del 2012.

Ecco perché il lavoro di Pietra Barrasso  è una ricerca vera e difficile  negli universi dell’arte contemporanea, perché porta i semi del cambiamento  delle emozioni  elementari delle persone. Solo la vera arte riesce ad assolvere questo compito.

Per i miracoli bisogna pregare, per i cambiamenti bisogna lavorare” ( Tommaso d’Aquino).

Giammarco Puntelli

Giovanni Faccenda – Fra itinerari memoriali e prospettive vagheggiate

Giovanni Faccenda

 

Fra itinerari memoriali e prospettive vagheggiate

«Io non so come mi giudica il Mondo;

a me sembra d’essere un fanciullo che giuoca sulla riva del mare

e si rallegra ogni volta che trova un ciottolo più liscio degli altri

o una conchiglia più bella, mentre il grande oceano della verità

resta dinanzi a lui inesplorato.»

Isaac Newton

 

Le ardenti sollecitazioni emotive che indovini abitare nelle viscere più profonde del lavoro di Pietra Barrasso affiorano in superficie come luci spirituali chiamate a rischiarare le tenebre che avvolgono, con sinistro abbraccio, la nostra sempre più inquieta esistenza.

Ebbra di sussulti lirici e di trepidazioni sentimentali, la pittura di quest’artista rigorosa e ispirata raccoglie la suggestiva sfida del «mondo inesplorato»: una geografia ora trasognata ora invisibile ha modo di materializzarsi – giusto il termine, in considerazione delle emblematiche rilevanze di colore rappreso – in una superficie non più realistica ma squisitamente mentale, ove insistono, sovente racchiuse in una scia verticale, sorgenti luminose pervase da un senso di seducente incanto.

Leggeri e trasparenti come stormi di cirri in una giornata di sole, questi ricorrenti chiarori – imperiosi, in un impianto cromatico portato al connubio degli accordi più caldi – sembrano alludere a itinerari memoriali o prospettive vagheggiate, ambiti, comunque, emozionali all’interno dei quali Barrasso trova o ritrova quanto alberga da sempre in se stessa. Dipingere, dunque, diventa per lei una sorta di scavo interiore non del tutto suscitato dalla realtà circostante: è, piuttosto, l’ampia varietà di segrete palpitazioni – tanto feconde in un’anima sensibile come la sua – a spingerla verso idilliaci voli pindarici.

In simili visioni, l’incontro con la natura ha valore e sapore catartico: vi convergono inebrianti fragranze di fiori, romantici tepori crepuscolari, il senso, alto, di una verità che sappiamo da tempo aver perso, e ora la ritroviamo nell’eco struggente che ondeggia, come una melodia arcana, in questi affascinanti dipinti di Barrasso.

La pittura veleggi pure per pelaghi figurativi oppure sfiori prode informali: è il suo stesso spirito a dirci di trepidazioni solo in parte sopite nella pingue manifestazione di cromie accese e, fra loro, ben combinate. Ma osare è anche spingersi oltre gli ordini della tavolozza, cercare gradazioni mescolate a umori essenziali, trovare, infine, ciò che è scintilla remotissima e farne vampa in una rappresentazione colma di indizi personali.

In fondo, ogni opera portata a compimento da Barrasso esibisce una moltitudine di effervescenze e fremiti che sono, rispetto alla sua indole passionale, del tutto speculari. Penseresti, anzi, nelle varie tonalità del giallo – colore irrinunciabile e costante nei diversi motivi – di riconoscere l’occasionale stato d’animo che ha accompagnato l’artista in ognuno dei suoi partecipati impegni, tanto esso è limpido e percepibile oltre la pregiata finitura delle tele. Perché, al solito, Barrasso dipinge ciò che avverte, dentro, e non quanto vede attorno a sé come potrebbe accadere facilmente a tutti. Si nutre di alimenti che sono l’ambrosia di poeti e sognatori, linfa inesauribile per chi ha da dire o da dare qualcosa di importante a chi ancora non ha smesso di ascoltare la voce del cuore e dei sentimenti.

Dovessimo infine sintetizzare le peculiarità più intime del suo lavoro, con una sommarietà alquanto inadeguata al cospetto di un temperamento così opulento e fertile, diremmo che in tutta l’attività di Barrasso resiste un’aura densa di misterioso fascino. Una luce che travalica albe e tramonti, luoghi e spazi, il silenzio che è raccoglimento necessario e la vita, tutta, nelle sue ragioni più ancestrali. (Giovanni Faccenda)

L’Arte di Pietra Barrasso – Benito Corradini

Benito Corradini

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Nel vasto ed interessante panorama artistico internazionale trova uno spazio degno di nota anche l’Artista Pietra Barrasso, ormai protagonista anche nella Capitale e in tanti Paesi nel Mondo. Con la grande varietà dei suoi colori, con il forte senso poetico che trasmette sia nelle figure come nell’ambiente e nei paesaggi, con una tecnica di pregio e all’insegna di una armonia compositiva, l’Artista ti trasporta verso momenti di intuizione e commozione interpretativa, facendoti assaporare i reali valori dell’Arte che tutto rappresenta e ti coinvolge verso mondi e momenti di serenità.. Con le sue opere Pietra Barrasso invita sia gli esperti che i semplici comuni osservatori a gustare le gioie dei sogni, della bellezza delle cose e del creato, del fascino che avvia la mente a dimenticare le fatiche quotidiane per introdurti verso spazi e sensazioni che ti donano gioia, sensibilità, attrazione nelle realtà più significative della vita e che ti rendono protagonista, ti donano gioia e gusto del nuovo e in attesa di trovare vie migliori per sentirsi quasi protagonista. L’osservazione delle sue opere quasi ti cambia la vita e ti introduce verso nuovi equilibri estetici ed interpretativi che ti affascinano e ti coinvolgono in intensi piaceri e gusti, ieri quasi nascosti e oggi pieni di fascino e di fantasia. Le sue opere sono incredibilmente un trionfo di colori, con eccezionali sfumature cromatiche, come se l’Artista ti prendesse per mano e per la mente e portarti a gustare i tanti volti della natura, della vita, del quotidiano, quasi un indirizzo a farti sentire come protagonista di un mondo finora sconosciuto e poco provato. Pietra Barrasso vive le sue intensità creative con la gioia di donare serenità alla gente, di far conoscere tanti lati poco conosciuti del nostro oggi per dare vigore e nuovi momenti di serenità per proseguire a tutti il “cammino della vita” con maggiore piacere.

Benito Corradini / Presidente Accademia La SpondaRoma. 

Arte vista nella prospettiva storica della “dolce vita” romana

Arte vista nella prospettiva storica della “dolce vita” romana
(Nel centenario della nascita di Federico Fellini)

di Alberto Mirabella

ABSTRACT:
Nel ricordo della “Dolce vita” felliniana e gli anni romani che la caratterizzarono nei suoi poliedrici aspetti culturali, viene presentata la peculiarità della pittura di Pietra Barrasso che fa emergere nella sua produzione artistica il ruolo determinante della LUCE: una luce intrinseca all’opera che mette in risalto particolari che altrimenti sfuggirebbero. 
La dolce vita si riferisce al periodo storico degli anni ’50 e ’60 e in particolare allo stile di vita reso famoso grazie al famoso film di Federico Fellini. Roma nel ’59 ce la possiamo immaginare: Dolce vita, Cinecittà, paparazzi, star internazionali, via Veneto, scrittori. La dolce vita riflette perfettamente l’atmosfera che aleggia a Roma in quel momento. E se siamo lontani dagli anni ’50, si avverte ancora oggi quella spontaneità e la gioia di vivere. In effetti, è questa vita al rallentatore, questo costante relax, in fondo, è questa bella idea di felicità che ci affascina. Dopo tutto, non sto inventando nulla, ha scritto Laurent Gaudé, Roma è “una città meravigliosa dove gli uomini si muovono con la dolcezza dei gatti”.
Siamo di fronte ad un fenomeno culturale poliedrico che costituisce una valida reazione all’oscurantismo bellico. L’aspetto peculiare è che la dolce vita dagli anni ’50 ai ’70 ci fa assistere ad una sinergia tra i vari personaggi del mondo letterario, cinematografico, artistico. Come non ricordare Pierpaolo Pasolini, Alberto Moravia, Vincenzo Cardarelli, Ennio Flaiano, Cesare Pavese, il Gruppo ’63. Ma su tutti si erge Federico Fellini (Rimini, 20 gennaio 1920 – Roma, 31 ottobre 1993) di cui quest’anno ricorre il centenario della nascita. I pittori di punta erano: Mario Schifano, Tano Festa, Franco Angeli e Giosetta Fioroni, Renato Guttuso.
La loro Arte si può ritenere un’arte atemporale caratterizzata da una significativa capacità tecnica non disgiunta da tagli di luce adeguati. E del resto la luce nella pittura è essenziale, alcuni colori sono fatti per illuminare. Il modo in cui dipingi dipenderà dallo scopo. Alcune composizioni attraggono l’osservatore molto spesso per la loro maestosa luminosità.
Non costituisce affatto una forzatura accostare la produzione pittorica di Pietra Barrasso nella scia della dolce vita, perché abbiamo in essa quegli elementi di essenzialità, lungi da ogni futile retorica, che consentono una fruizione immediata senza allontanarci dalla finalità che l’artista si è proposto: comunicare “a quel modo ch’è ditta dentro”.
Pietra Barrasso con la sua ampia e pregevole produzione pittorica ci appare come un MAESTRO DELLA LUCE: ella infatti ha bene intuito, come indispensabile per la visione, che la luce non solo consente di comprendere la materia e le forme, ma è da questo che nascono i colori e lo spazio. Dall’assenza di luce arriva il buio, l’invisibile. Il rapporto tra luce e spiritualità nutre sempre la sua arte pittorica. Perché gli autentici artisti hanno sempre cercato attraverso la rappresentazione della luce, di raccogliere la sfida di immaginare l’immateriale, l’invisibile, l’inconfigurabile. Cercare la luce nella pittura è un modo per far luce sulla nostra relazione con la vita che si svolge tra la nascita e la morte. Con gli incroci temuti / desiderati, alcuni traumatici, altri molto utili nel raggiungerci.
Le ultime opere di Pietra Barrasso già nella denominazione loro data ci evidenziano il ruolo essenziale che riveste la luce. Si osservino dovutamente questi dipinti: Visione marina, Fusione, Luce, Bagliori , Luci-Ombre, Riflessi di Luce, Segnali naturali perché da essi traspare la capacità di Barrasso di affidare alla luce una finalità unica e singolare: quella di suscitare nell’osservatore la sensazione di una luce che dall’esterno si proietti sull’immagine, ma, in realtà a ben vedere, si tratta di una luce intrinseca all’opera che mette in risalto particolari che altrimenti sfuggirebbero.
È la luce che rende visibili le cose. Nella preistoria, la scoperta del fuoco ha consentito l’arte parietale nelle grotte e nelle caverne profonde. La questione della luce nella pittura come nella fotografia, è essenziale per quanto concerne il cristallizzare un’emozione.
Nella maggior parte delle religioni, il principio della divinità è associato a una potenza radiante, spesso assimilata al sole.
Pietra Barrasso ci fa pensare, per tanti aspetti, a Paul Klee (1879-1940) il quale ha sempre affermato che “l’arte non ripete le cose visibili”, che l’oggetto è morto quando entra in campo la sensazione, che la bellezza dell’arte, che pure non è disgiunta dalla bellezza naturale, si realizza sempre nella rappresentazione figurativa e non si riferisce all’oggetto.
In una sua osservazione Klee aveva detto: “Il colore mi possiede. Non ho bisogno di afferrarlo. Mi possiede per sempre, lo sento. Questo è il senso dell’ora felice: io e il colore siamo tutt’uno. Sono pittore!”.
L’arte, come ci dimostra fortemente Pietra Barrasso, è creazione non imitazione. In Lei la sensazione destata dall’oggetto annulla nella trasfigurazione poi l’oggetto stesso e la figurazione si appunta a simbolo. La realizzazione è solo possibile con i mezzi figurativi – linea, colore, luce; e la ricerca, l’affinamento, il perfetto adeguamento è un lavoro cosciente, è consapevolezza sul fondo del sentimento. L’arte se è ispirazione è anche mestiere, che ben conosce la nostra pittrice, infatti sa destreggiarsi con maestria in tutte le tecniche pittoriche, frutto di studi seri all’Accademia di Belle Arti di Napoli.
Perché è solo con la padronanza dei mezzi tecnici he la nostra artista può raggiungere la completa espressione di sé, dar forma alle intuizioni, alle associazioni che balenano nel processo costruttivo di un’opera d’arte. Barrasso non parte, come il profano, da una forma definita; ma da una forma che si va a mano a mano costruendo lungo un costante processo creativo: “Vede al posto dell’immagine determinata dalla natura, l’unica immagine essenziale, quella della creazione, la genesi” (Γένεσις ghènesis ). 
L’arte è movimento “sogno, idea, fantasia; essa è da prendere in seria considerazione soltanto quando si unisce a mezzi figurativi adeguati per formare una unità totale”. Tutto ciò che vive nel segreto dell’artista deve divenire visibilità “unire visione del mondo ed esercizio puro dell’arte”.
In tutta l’opera pittorica barrassiana prevale sempre la LUCE che è l’elemento dominante, pregnante e caratterizzante, che troviamo sino alle ultime realizzazioni con cui dipinge la luce con la luce.
In Barrasso traspare come l’arte sia cultura, e del resto cos’è stata la dolce vita se non un fenomeno culturale, (come già si è detto). L’Arte è ancora assimilazione del passato. È sentimento profondo e vasto del presente, e capacità di sintesi dei molteplici elementi che costituiscono una civiltà, è penetrazione e costruzione del futuro. Ossia è storia. E la storia è qualcosa di estremamente serio.
Pietra Barrasso sa distinguersi in modo originale nelle sue opere passate e recenti e poiché noi preferiamo ai gruppi l’artista come personalità singola e irripetibile, misuriamo la dimensione dalla capacità sua di esprimersi e di ben comunicare in un’epoca, qual è quella di oggi, dove prevale un falsa comunicazione.
Infine ci piace sottolineare come la ricerca artistica di Pietra Barrasso è profonda, ella si avvale delle tecniche tradizionali e delle moderne in modo inusitato; ma le tecniche servono sempre al suo discorso umano e poetico in una libertà di scelta. Barrasso vive nell’arte e non di essa; nel senso, questo, che l’arte è per lei il modo stesso di essere come segno inconfondibile di una vocazione originaria ed autentica.
Quest’ultima fase pittorica imperniata sempre sulla luce ed i suoi effetti ci offre macchie di luci, di ombre che si compongono e si sciolgono ed emerge una realtà d’anima che ci porta a un sentimento alto e stupito della creazione, del fatto creativo: della vita stessa, vogliamo dire, in assoluto, dell’eterna vita nel suo eterno rivelarsi.
Salerno, 12 luglio 2020
Alberto Mirabella, saggista – critico letterario e d’Arte.

"Dolce vita" Alberto Mirabella, saggista – critico letterario e d’Arte.  Arte e prospettiva storica

NEWS

Nella sezione ” I FASCI DI LUCE”

le nuove opere anno 2014

 

L’arma dei Carabinieri nel bicentenario (1814 – 2014)

l'arma dei carabinieri nel bicentenario1 Donato al Comando della Legione Carabinieri Lazio Roma, Piazza del Popolo – 5 giugno 2014

Palazzo Laurenti in Spoleto

Collettiva al femminile dal 16 maggio al 3 giugno 2014

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In area video l’inaugurazione dell’esposizione presso il Centro Culturaledell’AMBASCIATA ARABA D’EGITTO

dall’11 al 18 febbraio 2014,prorogata al 26 febbraio 2014

locandina mostra Pietra Barrasso   invito nEROWEBocchio1

AREA VIDEO

Premio Eccellenza 2022 a Pietra Barrasso. L’ artista di Grottaminarda lo dedica all’irpinia

Le Ragioni della Nuova Politica

Avvocatura Generale dello Stato

Perugia –

Intervista del Prof. Giammarco Puntelli

Pietra Barrasso – Personale di Pittura 11-18 febbraio 2014 prorogata al 24 febbraio

IMAGINE 2014 da un’idea del Prof. Giammarco Puntelli 

Esposizione itinerante – Biella, Archivio Pria 31 maggio 2014

IL METAFORMISMO di Giulia Sillato 

Chiostro del Bramante – 19 giugno – 20 luglio 2014

 

Arte al Femminile – Omaggio a Anne Saporetti

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Palazzo Laurenti – 16 maggio – 6 giugno 2014

Esposizione di pittura presso Centro Culturale dell’Ambasciata ARABA D’EGITTO

Collezioni: cicli pittorici

Fasci e scintille di luce – Palazzo Valentini – Provincia di Roma

Personalità Europea anno 2012 – Roma 11 dicembre 2012