I FASCI DI LUCE

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“ FASCI DI LUCE”  di RINO CARDONE

Una pittura di impianto materico svolta a piene masse di colore quelle di Pietra Barrasso, che per la ricchezza di tinte della sua tavolozza cromatica suscita delle emozioni profonde nello spettatore.

L’Artista si è formata con Antonio CORPORA con il quale condivide la maniera di trattare il colore per velature sovrapposte nell’ intento di voler suggerire un senso di profondità del quadro che si fa in questa  maniera specchio profondo di un suo sentire interiore.

Pietra Barrasso espone le sue opere in importanti Gallerie e Musei Nazionali ed Internazionali, in particolare negli Stati Uniti d’America.

La sua pittura evoca magiche  atmosfere come può essere un fascio di luce o il rosso di un tramonto trasposta però in una dimensione astratta che racconta un paesaggio dell’anima prima ancora che della natura nel quale prendono corpo e consistenza i segni di una personalità artistica dinamica, sertiva, attenta al contemporaneo di una pittura pittura che non potrà mai scomparire sotto i colpi della dimensione concettuale, relazionale o digitale che sia.

“LO SCINTILLIO DELLA LUCE ” di ANGELA DELLE DONNE

La produzione artistica di Pierina Barrasso, in arte Pietra, si connota fortemente per il tratto deciso e per la consistenza materica del colore. I toni caldi primeggiano e, di volta in volta, si alternano ai toni delicati del verde e ai toni intesi del blu.

L’artista campana porta con sé un’esperienza pluridecennale che si è consolidata nel tempo, attraverso incontri proficui con personalità artistiche e della critica d’arte, e attraverso sodalizi con musei e gallerie, anche oltreoceano.

Il figurativo essenziale del dato floreale, piano piano è venuto meno per dare spazio alla pennellata, che si traduce in vortici di colore, tratti ondulatori e fasce ben distese e delineate.

La vitalità delle sue opere traduce in arte gli aspetti positivi della natura umana; il perdersi del confine tra un colore e l’altro, tra una pennellata e l’altra, rimanda prepotentemente alla complessità della dimensione umana che richiede introspezione e fiducia per essere compresa.

Nell’opera Fascio di luce la tela è attraversata da una folgorazione di gialli; dall’alto verso il basso, perfettamente nel mezzo, il colore scivola fino alla fine e non c’è possibilità di sfuggire a tale forza espressiva.

Tutto il resto rimane dietro, si tratta comunque di colori intensi e materici, ma il fascio centrale diventa lo spazio di luce sotto il quale posizionarsi per poter guardare e per potersi relazionare con se stessi. E se anche l’opera non fosse frontale, ma in basso rispetto al nostro sguardo, oppure posta in alto, ecco ancora il fascio di luce è lì, la scia si espande per continuare al di fuori dell’opera, per essere seguita ovunque, per lasciarci condurre in ogni direzione al di fuori delle nostre – tal volta ristrette – riflessioni.

La tela Onde luminose ci restituisce la medesima riflessione: qui è la purezza del bianco a condurre i passi della mente; l’occhio è costretto a osservare la scia, non riesce a concentrarsi su altro poiché la striscia verticale si pone al disopra di tutto il resto. In riflessi di luce la fascia accentratrice nasce da un vortice, ma assume presto la sua forma e ci rivela ancora una volta la tutta forza vitale.

Non possiamo sottrarci alla traccia luminosa che unisce l’espressività di Pietra Barrasso con il mondo esterno.

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Rosso Tramonto

Rossoluce

Rosso: Vibrazioni di Luce

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Riflessi di luce

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Raggi Luminosi

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Raggi di Primavera

raggidinverno

Raggi d’inverno

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Raggi di luce

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Raggi d’estate

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Raggi d’autunno

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Raggi

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Particolare: guardando il mare

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Pioggia di luce

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Panorama di luce e colore

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Panorama di colori

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Onde luminose

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Musica del mare

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Luci e scintille

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Luci d’estate

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Il girasole

Fasciodiluce

Fascio di lucefascidiluce

Fasci di luce

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Riflessi arancio

RIFLESSI DI LUCE 2013

Riflessi di luce 2013

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Riflessi blu

RIFLESSI AZZURRI Senza titolo-1

Riflessi azzurri

RIFESSI AL TRAMONTO

Riflessi al tramonto

RAGGI SULLA FINESTRA

Raggi sulla finestra

Raggi nel sole

Raggi nel sole

RAGGI DELL'UNIVERSO

Raggi dell’universo

LUCI SULLA TERRA

Luci sulla terra

Girasole

Girasole 2013

FASCI LUMINOSI

Fasci luminosi

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Nel linguaggio della pittura, che il Novecento ci ha consegnato in eredità come una grande ricchezza, non è raro che la neofigurazione e l’informale si incontrino per dialogare nello spazio di una stessa tela, quella richiesta da un bisogno di rappresentazione e di testimonianza, questo volto ad assecondare il ritmo del colore, la musica profonda, il canto libero del soggetto che si esprime. Un dialogo così fatto si coglie con nettezza in quest’opera di Pietra Barrasso. I rossi e i gialli che talora si rapprendono e aggettano densamente materici, squillanti di acuti di luci, scorrenti per flussi lineari e spirali e vortici come un corso d’acqua che riempie la superficie, e mai non s’arresta, prodigiosamente epperò necessariamente a tratti consistono in forme, in sembianti accennati: un albero che un’aridità invincibile ha reso scheletrico, un bambino imbozzolato nella propria sterminata disumana povertà, un rapace che in posa di avvoltoio allegorizza l’agguato della morte, un bolide che se ne fa trespolo, stolido e vuoto simbolo di un occidente ottuso, di una incivile civiltà dimentica, che ha per dio il consumo egoista e dissipatore. Per immagini essenziali, per impulsi baluginanti la rappresentazione scrive qui una storia che appartiene tragicamente alla storia che continua ingiusta e s’aggrava, che ci riguarda ancora in questo millennio, ma che non si esita a rimuovere, a coprire di indifferenza; e, con l’accompagnamento dei bianchi di antichi profili etnici, come affioranti dalla pittura parietale, essa dice della necessità di prendere la parola, di non deflettere dall’impegno civile e dal richiamo alla coscienza collettiva, che è stata sempre una delle ragioni istitutive dell’arte. Accanto ad un’altra ragione istitutiva: la liberazione del linguaggio delle immagini dalle strette di una comunicazione soltanto funzionale e strumentale, nella prospettiva di un’altra realtà, in vista di un mondo parallelo acceso dall’energia pulita e dall’utopia del colore. E il colore trionfa fluendo nella corrente informale dei rossi e deli gialli.  Marcello Carlino

È’ un singolare esempio di manierismo contemporaneo intriso di quella spettralità che domina gli stati d’animo dell’uomo odierno: affidando all’istinto la sua razionalità, ne diventa immune, imprigionando gli slanci più preziosi nel fuoco della disperazione …Giulia Sillato

COLLEZIONE LA MAGIA DEL COLORE

Pietra Barrasso e il collezionismo moderno

di Giuseppe Selvaggi

Nella pittura moderna, firmata dalle generazioni che hanno chiuso il Novecento ed aprono, in giovinezza piena, il Secolo XXI, Pietra Barrasso è tra i pochi che hanno respiro in ritmo con i tempi nuovi e il futuro. Viene alla pittura da una vocazione assoluta, quasi dall’infanzia, sì che scuole e vita le sono servite per raggiungere una perfezione tecnica tale da permetterle di essere insieme figurativa in assoluto e, volendo, capace di porsi tra le più ardite avanguardie. La sua scelta, coraggiosa all’inizio ma ora in linea con gli orientamenti dell’arte nel mondo e del relativo mercato collezionistico, è di aver raggiunto una pittura di fusione, sempre nella magia del sentimento poetico e della realtà, fra la tradizione della figuratività e l’avventura avveniristica delle avanguardie. In ogni sua tela di impianto figurativo, difatti, è possibile isolare con lo sguardo un dettaglio, e trovarsi nel viaggio informale qual’ è l’astrazione in arte. Nella sua generazione, Pietra Barrasso è tra i non molti italiani che hanno un rapporto vissuto, in viaggi e mostre (quali quelle a Boston e in sedi della “Dante” negli Stati Uniti), con gli ambienti d’arte internazionali. A questo hanno contribuito alcuni suoi cicli. Quale quello dedicato alla Roma di Keats ed alla sua Piazza di Spagna dove il grande romantico è morto. Le ragioni del fascino della pittura della Barrasso sono però sempre emozionali: incontrano ansie e gioie dell’uomo contemporaneo. L’artista concepisce la natura e le sue manifestazioni, dal filo d’erba al sole che si impasta con la terra, come un tutt’uno con l’uomo. Il paesaggismo “barrassiano” ha vene, pulsazioni, sospiro, urlo in sintonia con l’uomo. In tale unità la Barrasso è artista di estrema attualità. A parte le ideologie ambientalistiche, che pur trovano rispondenza ideologica in tale visione “fraterna” con la natura, conta la sensazione di unità universale che l’artista trasmette. Questo avviene nella serenità, o nella tempestosità, di un paesaggio filtrato dalla fantasia. Si potrebbe dire che la pittura della Barrasso realizza, oltre che l’aspetto, l’anima della natura. Vi è in tale concezione, che l’artista realizza nell’opera (come il ciclo sugli “arbusti”) un sentimento di religiosità, che risponde alla persona della Barrasso. Lei è infatti anche pittore di arte sacra, non nel senso del solo ornamento, ma nella sacralità che di cui il quadro vibra. Va anche annotata, per gli sviluppi che potrebbe avere nella inventiva di tale artista, la breve ma decisa fase dedicata ad una rigorosa geometria ispirata, in partenza, a tavole di segnaletica autostradale. L’artista ne ha sviluppato simboli e figure allusive, liberamente leggibili per la psiche di chi vi sosta con lo sguardo. Varietà di neri gialli rossi diventano allarme e movimento e – questa è la particolarità – trasmettono anche quiete, nel silenzioso rincorrersi tra Alt e velocità. Le linee diventano fiore, corpo, eros, rinuncia. Tale ciclo è stato per la Barrasso un consapevole coinvolgimento nella più avanzata pittura di oggi, in sintonia con la generazione newyorkese, riversatasi nelle altre culture. Questo indica, come già l’antecedente ciclo della Femminilità, l’ansia di futuro di questa artista, pur nella fedeltà alla sua formazione verso la figurazione di “sempre”, qual è la realtà visiva attualizzata nel proprio tempo. Per una tale artista conclusioni non possono essercene. Ciò viene detto a vantaggio di una personalità forte quindi capace di mutazioni, nel meglio, verso la verità e la bellezza. Così si giustificano nel collezionismo dell’attuale arte giovane (come è avvenuto per la Barrasso dopo le mostre negli S.U.) la ricerca di quadri che rappresentano i vari “periodi”. Accade per tutti gli artisti che hanno costruito una propria storia, verso un progetto rivolto al futuro, da “portare sino in fondo”. Con l’aggiunta: “Costi quel che costi”. E’ una affermazione di garanzia per ogni quadro.

 La collezione

(prima parte – tutte le opere nella gallery alla vostra destra)

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SPIEGAZIONE DI

“GUARDANDO IL MARE”

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Il miei cicli di opere dedicate ai fiori, e in particolare il lavoro intitolato “Guardando il mare“, rappresentano il momento culminante della mia ricerca volta a fondere figurazione e astrazione da una parte e materia e luce dall’altra. Riprendendo la lezione del maestro Antonio Corpora, di cui sono stata assidua allieva, ho cercato soluzioni plastiche e tonali in grado di rappresentare un itinerario pittorico affidato alla memoria.In questo mio attuale contesto stilistico il segno diventa sempre più immateriale e fagocitato dal susseguirsi di composizioni dinamiche e stratificate.La luce del sole è sempre presente coprendo la realtà di un fluido magico, alchemico, di una sensibilità impalpabile che cerca in ogni modo di comunicare i valori dello spirito.

Pietra Barrasso